Gabriele Germano Gaburro
Cielo riservato al Cielo

31 maggio 2019

« Cielo riservato al Cielo » porta oltre l’idea e la modalità di mostra attivando processi di immaginazione. Lo spazio espositivo non viene occupato ma sgomberato, disseminato di punti luminosi che ne abitano i margini visibili. Punti che indicano altrove, non riducendo il presente a presenza e presentazione, ma tracciando divagazioni rigorose, misurate da coordinate geografiche e rapporti territoriali specifici. Si disegna così una raggiera il cui perno è Carico Massimo.

I lavori sono quattro: « Cielo riservato al Cielo »; « Candela »; « Giardino »; « Antipodi ».

« Cielo riservato al Cielo » comprende la PETIZIONE omonima pubblicata sul sito change.org, dove si legge:

« L’artista Gabriele Germano Gaburro richiede che il cielo sopra gli ex Magazzini Generali di Livorno, sede dell’associazione culturale Carico Massimo, venga dichiarato no-fly zone permanente.

La richiesta, supportata da Carico Massimo, ha l’intento di produrre una sospensione nella suddivisione normativa dello spazio aereo.

Decolonizzato, il cielo torna al cielo: libero, indeterminato, senza genere.

La relazione tra Carico Massimo e il « suo » cielo è di sovrapposizione senza appartenenza: il cielo non è « di » ma semplicemente… sopra.

Il cielo torna al cielo: preumano, sgombero, di nessuno.

La richiesta razionalizza e regolamenta un’esigenza spirituale, rendendo possibile e costituendo il modello per future richieste da parte di altre associazioni culturali, le quali vogliano liberare il « proprio » cielo e, idealmente, unirlo a quello « di » Carico Massimo. »

La petizione, tuttora in corso, ha per decisori vari enti nazionali, europei e internazionali, tra i quali: Enac (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile/Italian Civil Aviation Authority); Easa (European Union Aviation Safety Agency); Icao (International Civil Aviation Organization); Eurocontrol; Eec (Eurocontrol Experimental Centre); Muac Centre (Maastricht Upper Area Control Centre); Ians (Institute of Air Navigation Services); Comune di Livorno; Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; Ministero della Difesa; Uffici di diretta collaborazione del Ministro della Difesa; 46° Brigata Aerea; Stato Maggiore Aeronautica; Comando alla Sede Comprensorio di Camp Darby; Aeroporto Civile Galileo Galilei di Pisa; Toscana Aeroporti s.p.a.

« Candela » consiste nell’accendere una grande candela, una colonna alta quindici metri posta sul cavalcavia che passa accanto a Carico Massimo. Con un gesto di inversione, le luci dei riflettori in cima alla colonna vengono reindirizzate dal basso verso l’alto, convergendo in cielo a formare la fiamma di una candela.

Il lavoro mantiene un rapporto visivo diretto con la colonna attraverso uno spioncino, posizionato per l’occasione.

« Giardino » consiste nel dettaglio di un qr code illuminato a muro. Leggendo il qr code con l’apposita app, lo spettatore attraversa il muro, trasportato sul cavalcavia che passa dietro di esso. Il qr code rimanda a google maps, dove mostra un triangolo di spazio che si è formato all’intersezione tra due assi architettonici: quello degli ex Magazzini Generali del Porto di Livorno, dove ha sede Carico Massimo, e quello del cavalcavia. L’intersezione ha prodotto questa « indiscriminate location » come conseguenza involontaria, scarto di un processo subito passivamente nel tempo.

« Antipodi » consiste in un archivio che raccoglie video realizzati agli antipodi di Carico Massimo, dall’altra parte del pianeta facendo passare una linea retta per il centro della terra. L’archivio registra il rumore di vita degli antipodiani tracciando una divagazione da Carico Massimo che si contrappone geograficamente a quella di « Cielo riservato al Cielo ».

Non dichiarato, l’archivio nasconde un video che l’artista ha realizzato con frammenti di mare ritagliati dagli altri video. Tentativo di delimitare quel ritaglio invisibile d’acqua che, nel mezzo dell’Oceano Pacifico, definisce gli antipodi dell’edificio a base rettangolare dove ha sede Carico Massimo.


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