FABRIZIO BASSO
EPISODIO I-II-III
29 luglio 2023
Dalla nostra riflessione sull’aria nata nel 2020 e confluita sulla piattaforma collaborativa link: https://on-air.caricomassimo.org/ text: ON AIR), si incontra il lavoro dell’artista Fabrizio Basso, tra i primi artisti italiani a realizzare installazioni audio ed anticipare temi che confluiscono nella successiva arte pubblica e relazionale degli anni Novanta.
La mostra si inaugura il 29 luglio 2023 in occasione del launching di MG 48°50°, il nuovo percorso dei Magazzini Generali verso un centro per le culture contemporanee, in connubio con Carico Massimo e con la direzione scientifica di Juan Pablo Macías e Alessandra Poggianti.
Un percorso espositivo e di consultazione che ripercorre oltre 30 anni di lavoro, suddiviso in tre episodi.
Una grande occasione per conoscere un lavoro pionieristico e una posizione non allineata al sistema dell’arte, orientata al dissenso, alla ricerca di una comunicazione alternativa e nuove strategie visive di informazione. L’artista da sempre si misura con le geografie del potere aprendo un campo d’azione, un confronto con le strategie dell’economia globale, con la biopolitica, i collective behaviour, la militanza dal basso, per mescolare tanti tipi di realtà e ridisegnare uno scenario al di fuori degli standard imposti.
L’archivio è oggetto di un laboratorio che precede la mostra ed è rivolto a tutti gli interessati a collaborare allo studio dei materiali e all’allestimento del I° Episodio.
Grazie, inoltre, alla preziosa collaborazione di Guidetta Tamburini studentessa del corso di Storia dell’Arte Contemporanea tenuto dal Prof. Giorgio Bocci - Università degli Studi di Firenze (Dipartimento SAGAS), tutti i materiali audio verranno acquisiti e digitalizzati su AIRchive, l’archivio d’aria che raccoglie centinaia di materiali sull’aria, dall’anno 0 ad oggi. La collaborazione rientra all’interno di Mind Fellowships 2023, iniziativa organizzata in compartecipazione con Cesvot.
EPISODIO I: ASCOLTI
Cabotron 16 canali archiviazione e trasmissione di memorie politiche sommerse partendo da un bene comune (1979-2013)
29-07-2023
Workshop: 26-27 luglio 2023
Opening: sabato 29 luglio 2023, ore 19.00
Il I° episodio è dedicato agli ASCOLTI e, negli spazi di Carico Massimo sono presenti tutti i lavori audio che, dal 1979 ad oggi, sono stati prodotti da Basso insieme ai collettivi che gravitavano intorno ai centri sociali. Il ‘79 è l’anno di acquisto del mixer Cabotron 16, da quel momento si attivano una serie di collaborazioni con la scena punkanarchica italiana tra cui le fanzine Aneurisma (1982), Voce libera (1984) e le sperimentazioni musicali in spazi alternativi come il Tuwat, il Virus… Simbolicamente il Cabotron raccoglie 18 canali, con racconti trascrizioni e suoni convogliati verso un’uscita a due canali stereofonici che ri-trasmettono al pubblico una moltitudine di memorie sommerse per analizzarle, elaborarle, ascoltarle nuovamente.
In consultazione ci saranno i lavori audio sulle intercettazioni telefoniche, le trasmissioni di Radio Belin, passando per le insonorizzazioni di condomini e quartieri con le TV pirata.
EPISODIO II: NEGARE L’IMMAGINE
U-Matic 3/4 Broadcast TV analogica Fuck International Tv
Radio Belin trasmissioni
17-09-2023
Dopo il I° episodio intitolato ASCOLTI, il secondo si intitola NEGARE L’IMMAGINE.
L’artista fa lettura delle sue pubblicazioni autoprodotte, delle trasmissioni TV e RADIO pirata, delle sperimentazioni condominiali e di quartiere realizzate negli anni Ottanta e Novanta. In mostra l’opera NEGARE L’IMMAGINE intesa come limite estremo concettuale che permette la lettura di un lavoro pionieristico e una posizione non allineata al sistema dell’arte, orientata al dissenso, alla ricerca di una comunicazione alternativa e nuove strategie visive di informazione. L’artista da sempre si misura con le geografie del potere aprendo un campo d’azione, un confronto con le strategie dell’economia globale, con la biopolitica, i collective behaviour, la militanza dal basso, per mescolare tanti tipi di realtà e ridisegnare uno scenario al di fuori degli standard imposti.
EPISODIO III: KONTAINER
Autogestisci e autoproduci l’arte e l’informazione
Discussione (newsletter): Negare L’immagine
28-10-2023
Il terzo episodio è dedicato a KONTAINER tra i primi esperimenti di arte relazionale in Italia. Nel 1994 la la casa dell’artista diventa uno spazio aperto, un laboratorio live costantemente a disposizione del pubblico per scambiarsi informazioni, opere idee. I materiali vengono raccolti in forma di archivio cartaceo e digitale, fanzine, pubblicazioni. Il pubblico da il suo contributo e Container si trasforma nello strumento espositivo, in cui si succedono performance, concerti, produzione grafiche, viseo’zine, audio’zine e di scambio di competenze.
Negli spazi di Carico Massimo oltre alla consultazione del materiale storico saranno riattivati parte dei lavori con la collaborazione del pubblico, tra cui la news letter che riapre la discussione a partire da “Negare l’Immagine”, interrotta 25 anni fa.
Fabrizio Basso
La Spezia (1962)
Fin dai suoi esordi, segue una linea di intervento incisiva, antagonista, spesso radicale, che assume, nel sistema dell’arte contemporanea una posizione non allineata agli standard produttivi e commerciali, ma spostata verso il dissenso e la comunicazione alternativa. Sono gli albori dell’arte pubblica e di relazione, intesa non come realizzazione di opere d’arte, ma come interazione con il tessuto sociale e il territorio. Tra i primi artisti in Italia a realizzare installazioni audio nel 1991, presenta a Milano, negli spazi di Viafarni, una microspia che intercetta e trasmette via radio le conversazioni delle persone presenti in galleria. Nel 1992 realizza Radio Belin, installazione sonora, su frequenze radio pirata di intercettazioni telefoniche politiche, diffuse in diretta. Di poco successive sono le insonorizzazioni dei quartiere cittadini (Genova 1995) attraverso trasmissioni Tv pirata, che invadono i televisori delle case immettendo immagini captate sovrapposte e montate in giro per il mondo. Insieme a una fortissima vocazione relazionale e partecipativa, per elaborare, produrre e consumare significazioni, l’artista tra 1994 fino al 1998, attiva il collettivo di circa venti elementi Strange & Alternative Team, mettendo a disposizione la propria casa e gli spazi espositivi in cui viene invitato, sottraendosi come artista e presentando i frutti del lavoro compartecipato tra cui la ‘zine Kontainer’.
La memoria, sempre in chiave politica è un altro concetto fondamentale nella ricerca di Basso, della “storia che lascia tracce non sempre indelebili nella città”, come nel Teatro di Porta Romana a Milano occupato nell’84, dai ragazzi del Virus, storico centro sociale milanese, per contestare un convegno sociologico sulle bande giovanili che criminalizzava il punk. L’artista, quasi 20 anni dopo recupera un tape audio che documenta La notte dell’anarchia, e lo ripropone in modo integrale, durante l’omonima mostra a cura di Gabi Scardi, negli stessi luoghi della rivolta, con una sonorizzazione spaziale del teatro, precipitata ed esperita nell’attualità, che ripercorre la vicenda attraverso le voci registrate al tempo e amplificate nel vuoto del palco e della platea.
Sulla stessa linea nel 1999 in “Memorie Sommerse” a cura di Gabi Scardi e Alessandra Pioselli, crea la guida audio degli ex centri sociali per il Comune di Milano.
Nell’opera di Basso spesso la memoria si intreccia con il paesaggio, sia questo solo narrato attraverso installazioni audio dei suoni di territori, o ripercorso nei luoghi vissuti da poeti, o narrato attraverso testi e interazioni.
Quella di Fabrizio Basso è una ricerca, che si misura con le geografie del potere aprendo un campo d’azione, un confronto con le strategie dell’economia globale, con la biopolitica, i collective behaviour, la militanza dal basso, per mescolare tanti tipi di realtà e ridisegnare uno scenario al di fuori degli standard imposti dal sistema dell’arte: una forma di resistenza seppure nell’ambito dell’estetico, perchè come diceva Deleuze in un noto slogan: « la resistenza è creazione ».
foto: Marcella Ferretti e Juan Pablo Macías