MARK TITCHNER
COORDINATE 43.559084,10.308664
29 luglio 2023
Mark Titchner traccia il primo punto di COORDINATE, un programma biennale di pratiche artistiche a cura di Juan Pablo Macías e Alessandra Poggianti, che dai Magazzini Generali stabilisce un nuovo dialogo con la città. Il progetto prevede diversi interventi tra l’esterno e l’interno di MG 48°50° che diffondono un messaggio poetico ricollegandosi alla memoria storica e alla criticità del presente, per aprire nuove visioni in sinergia con il mondo e i suoi elementi.
« To all and others, welcome »
2023, Posters
Il titolo del progetto fa riferimento all’incipit delle Leggi Livornine su cui si fonda la città: ‘A tutti uoi mercanti di qualsiuoglia natione, leuantini, e’ ponentini spagnioli, portoghesi, Greci, todeschi, & Italiani, hebrei, turchi, e’ Mori, Armenij, Persiani, & altri saluto’. Risalenti al XVI secolo, ricordano la lunga storia di collaborazione di Livorno con le comunità straniere che la abitavano. L’artista progetta una serie di posters per diffondere un messaggio poetico rivolto alla città, facendo riferimento al mare, alla storia del porto franco, ma anche ai viaggi migratori: THROUGH SUCH STORMS, AGAINST SUCH TIDES, TOWARDS NEW SHORES.
Titchner richiama Walter Benjamin in “Tesi di filosofia della storia », secondo cui, pur volendo riparare e ricordare il passato, siamo continuamente spinti in avanti da una forza inarrestabile: « Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta”. La tempesta “può essere affrontata per avvicinarci a nuove possibilità e ad un altro mondo” in cui le coralità etniche tracciano realtà simultanee e complementari. La scritta viene collocata all’esterno dei Magazzini, in uno spazio urbano che si affaccia sulla strada per offrire al passaggio delle persone un rallentamento, una sosta. Tradotto nelle 13 lingue parlate dalle comunità straniere più numerose a Livorno, viene diffuso attraverso manifesti stradali. Le affissioni creano punti di connessione tra il fuori e il dentro, tra spazio pubblico e privato.
« So much noise to make a silence »
2009, Acciaio e fissaggi
Due sculture che mettono in discussione l’approccio virile del linguaggio scultoreo del Minimalismo Americano. L’artista lo applica ad un simbolo del movimento New Age, la campana a vento. Ingrandita e metamorfosata
in due pesanti strutture d’acciaio, i rintocchi vengono efficacemente silenziati e non sono più attivati da una semplice brezza. Sebbene le due strutture appaiono identiche a prima vista, una ha una sola campana a vento più corta dell’altra. Questo denota una diversa accordatura musicale: una accordata in Re maggiore, l’altra
in Re minore. Durante il periodo barocco la tonalità di Re maggiore era considerata « la chiave della gloria”,
al contrario, il Re minore era associato a uno stato d’animo di malinconia o tristezza nell’ascoltatore. La monumentalità del linguaggio scultoreo Occidentale diventa la causa dell’impossibilità di queste campane di vibrare con il vento, rendendole immobili e silenziose. Un ossimoro che nega la sintesi sonora che risulta dalla relazione vitale tra materia ed elemento naturale. Il titolo delle opere è adattato dal testo « You’ve got to make such a noise to understand the silence » della canzone « Yes Sir, I will » della band anarco-punk britannica Crass.
« Rose »
2014, video 17’36’’
Un’opera video che combina un testo di grande formato con immagini in rapida successione relative ai quattro elementi: acqua, fuoco, aria e terra. Tre sezioni ipnotiche sempre più inquietanti, i cui testi affermativi da manuale di auto-miglioramento e linguaggio aziendale diventano gradualmente qualcosa di più sinistro.
Il montaggio video crea un contrasto tra il paesaggio immaginario dell’aspirazione auto affermativa con le nostre condizioni reali di esistenza. L’opera è stata influenzata dalle tecniche di interrogatorio presenti nel manuale declassificato Kubark della CIA. Il titolo Rose, si riferisce al simbolo della Rosacroce. La croce presenta l’iscrizione INRI che si trova sopra la testa di Gesù nelle raffigurazioni della crocifissione che sta per “Iēsus Nazarēnus, Rēx Iūdaeōrum ». Tuttavia, nelle tradizioni esoteriche, INRI ha diverse interpretazioni alchemiche, molte delle quali riguardano la purificazione o il rinnovamento. Per esempio, « Igne Natura Renovatur Integra » (la natura è completamente rinnovata dal fuoco) o « In Neci Renascor Integer » (nella morte si rinasce intatti e puri). La formula è anche attribuita alle parole ebraiche Iam, Nur, Ruakh e Ieveshah che rappresentano i quattro elementi Acqua, Fuoco, Aria e Terra.
La colonna sonora è un brano scritto ed interpretato da Daniel O’Sullivan e Alexander Tucker per Rose.
foto: Juan Pablo Macías